Buongiorno. In verità ero venuto per ascoltare, non avevo chiesto di parlare, ma ringrazio per l’occasione offertami e per stemperare un po’ Marco Cappato dico che non vi porto i saluti del presidente della Regione Formigoni unicamente perché non ho avuto occasione di incontrarlo, altrimenti credo che sarebbe stato disponibilissimo a farveli.

A parte questo, viviamo un momento estremamente difficile. Ho detto che non ero venuto per parlare, perché sento tutto il peso come parlamentare, sia pure come senatore proveniente dalla società civile, quindi dal mio impegno di imprenditore sento la difficoltà di parlare in una qualsivoglia assemblea, non in questa, ma in tutte le assemblee che si stanno tenendo, perché ovviamente viviamo non un momento difficile, ma una stagione difficile dove non c’é primato della politica, ma non c’é neanche primato della società civile. Provengo da Confindustria e, vi assicuro, non é stato piacevole per me assistere agli attuali contraddittori Della Valle – Marchionne.

Tutto ciò non fa onore al nostro Paese, non fa onore al “Made in Italy”. Ho citato quindi il mio mondo, perché tutti quanti quando interveniamo nei dibattiti parliamo sempre delle colpe degli altri: se uno é di centrodestra deve parlare male del centrosinistra, o viceversa. Io invece credo che tutti quanti noi dobbiamo in qualche modo fare una forte autocritica, ciascuno di noi deve cercare di ragionare in positivo e proporre, piuttosto che criticare. So che é difficile: non sappiamo come andremo a votare, con quale legge elettorale! Per non parlare di tutto quello che sta accadendo, dagli scandali attuali delle regioni, a quelli che scoppieranno sulle province e poi sui comuni, quando scopriremo che più della metà degli oltre 8 mila comuni italiani sono a rischio default e non solo quelli noti del centro sud a cui io appartengo, ma anche quelli del nord. E’ un Paese che ha perso da tempo la bussola, ha perso il senso dell’equilibrio e perfino in materie così delicate, come quelle che riguardano l’etica, si riesce a dare spettacoli indecorosi. Non so chi di voi ha visto il recente film di Marco Bellocchio… non mi é piaciuta particolarmente la ricostruzione del mio collega Giuseppe Saro, che la senatrice Bonino conosce bene e che viene rappresentato in modo estremamente scadente, quale persona che dubita di poter esprimere la propria libertà. Non siamo per fortuna a questi livelli. Io personalmente non ho avuto nessuna imposizione a votare come ho votato. Lo stesso presidente Berlusconi, così come gli altri colleghi, mi hanno lasciato libero di esprimere la mia opinione contraria. Il problema del nostro Paese é che si parla tantissimo di sondaggi, ma ai sondaggi veri non si dà ascolto.

Perché l’Italia con tutti i suoi limiti, le sue divisioni, con tutti gli individualismi beceri a livello politico, a livello confindustriale, professionale, a livello di quella cosiddetta società civile che troppo civile non é da tempo, in realtà poi, su queste materie delicate, che spesso ci hanno toccato personalmente, si sa esprimere e i sondaggi lo dicono con chiarezza. Anche la parola EUTANASIA, che fa male pronunciare, é una parola bene assimilata, ben capita dalla maggioranza del Paese. Non è facile veder soffrire persone che sono in coma irreversibile per anni e anni, o persone che soffrono di malattie sulle quali siamo ancora molto lontani dalle soluzioni e se la ricerca sulle staminali fosse resa più libera, forse, questa distanza che ci separa dalla soluzione si potrebbe accorciare. Vedere persone care in uno stato di prostrazione, non di vegetali, ma molto peggio, perché soffrono e non possono neanche esprimere il dolore, sconvolge la vita delle famiglie. Ecco, anche questa parola é stata oramai assimilata dagli italiani. Non è solo la classe politica a non essere matura, perché il Paese non é solo la classe dei 630 deputati e i 300 senatori. Il Paese é rappresentato appunto dagli ordini professionali e da tante altre componenti che nei loro personaggi di spicco, uomini e donne che siano, sono allo stesso basso livello della classe politica italiana. E allora ecco perché abbiamo difficoltà a venir fuori, concentrandoci solo sulla riduzione del numero dei parlamentari. Io non ho condiviso quest’ultimo atteggiamento del Consiglio dei Ministri che sembra aver risolto con un colpo di bacchetta magica il problema delle regioni.

Vedremo se si risolverà il problema delle regioni e se le stesse sono davvero inutili. In Italia siamo stati capaci di fare un’ennesima cosa assurda: abbiamo il federalismo, il vero federalismo di cui si parla tanto; il federare gli stati é stato fatto in America prima, e poi anche in Italia alcuni personaggi, particolarmente intelligenti e meritevoli, hanno cominciato a parlare degli Stati uniti d’Europa. Il federalismo si fa federando e unendo la politica estera, la politica economica, la politica eventualmente della difesa. Noi qui in Italia, invece, lo abbiamo interpretato al contrario: federalismo come decentramento amministrativo. Poiché la parola decentramento amministrativo non piaceva, era difficile da spiegare, si é parlato di federalismo come delega sempre verso il basso, creando una confusione enorme. Non è solo questa classe politica scadente, il debito pubblico non si é creato solo in questi anni, è il frutto della concertazione di questo Paese, del cattocomunismo che ha governato l’Italia per oltre 20 – 30 anni. Vi ricordate l’arco parlamentare e così via? E’ allora che si sono creati i mali di questo Paese, c’é stata poi la degenerazione e questa seconda Repubblica, che ha insistito negli errori del passato e che oramai si dice sia finita senza capire cosa avverrà poi nella terza . Concludo il mio intervento perché ho detto che non volevo parlare in quanto mi interessava partecipare al congresso della Coscioni per avere informazioni, anche e soprattutto di carattere tecnico, come quelle che la dottoressa che mi ha preceduto ha fornito in modo estremamente chiaro e semplice. Credo che bisognerebbe approfondire, nei limiti del possibile, queste problematiche scientifiche prima e giuridiche poi e cercare nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano, di dare delle risposte attraverso esempi di coerenza e un impegno politico che vada al di là degli schieramenti e dei leader, più o meno ancora esistenti o in via di rottamazione, e, soprattutto, cercare di migliorare la qualità, non solo della classe politica, ma di tutti gli italiani. Grazie.