Buonasera a tutti, sono Andrea Trisciuoglio, ho 34 anni e dal 20 di febbraio 2006 sono affetto da sclerosi multipla, molti ricorderanno la data del 20 febbraio 2006 per quella che definisco una tragica casualità che vedeva lo stesso Luca Coscioni purtroppo spegnersi lo stesso giorno. Da quel giorno ho iniziato come tanti altri malati a prendere interferoni, farmaci miorilassanti, chemioterapici e altri farmaci di cui questa sera ho portato un banale bugiardino. Ieri sono stato a Lecco e mostravo un banalissimo bugiardino di un farmaco che attualmente sto facendo, uno dei tanti. Questo bugiardino uno pensa che sia piccolino, invece è questo, una cosa un po’ grande!

Attualmente sto curando la mia patologia con la cannabis terapeutica che l’ospedale mi dà e grazie a una esperienza molto negativa che ho vissuto, grazie alla follia del proibizionismo ho capito che forse è arrivato il momento di cambiare alcune cose, per questo con l’associazione Luca Coscioni ho iniziato a informare molti altri pazienti, molti son presenti anche qui in sala che hanno diverse patologie e che vogliono accedere alla canapa perché sono stanchi di accedervi illegalmente, dobbiamo necessariamente legalizzare la canapa.

Con l’onorevole Rita Bernardini lo scorso 18 giugno, abbiamo cercato di riportare il nostro corpo malato al cuore della politica. In Parlamento a Montecitorio l’onorevole Rita Bernardini ha seminato piante di canapa che attualmente sta facendo crescere sul terrazzo di casa sua. La crescita delle piante è seguita sul suo profilo facebook, sui profili twitter, la cosa incredibile è che su Rita non si fa nulla, però nel frattempo qualche giorno fa alla compagna Elena Bentivegna, invito a vedere su youtube, l’erba di Elena, una signora di 65 anni che da 30 anni utilizza la canapa per curare la sua patologia le vengono sequestrate a casa sua delle piante di canapa che lei annualmente fa crescere annualmente sempre i carabinieri irrompono in casa sua, anche con l’elicottero mi raccontava l’anno scorso. Sono importanti da fare certe cose perché non si può criminalizzare una persona per una pianta di canapa, una criminalizzazione ancora più assurda quando questa persona è malata, ci sono tanti malati che possono trovare tanti benefici, di questi malati che molti non possono neanche pensare a coltivarsi una pianta di canapa, a molte persone la politica ha il dovere di pensarci.

Di conseguenza noi come Associazione Luca Coscioni e ci occupiamo anche dei diritti dei malati, dobbiamo inevitabilmente occuparci di queste persone, una di queste persone che mi onoro di avere conosciuto in questo periodo in cui mi occupavo di tentare di fermare la follia del proibizionismo, legge Fini – Giovanardi, dopo lo scambio di mail con Serpelloni, capo del dipartimento di droga e leggevo le tante mail dell’ex presidente della Coscioni, Piergiorgio Strata, alcune non le comprendevo riguardo a Serpelloni. 


Strata– Io non ho voluto entrare nel dibattito proibizionismo si o proibizionismo no. Se lei ha sentito quella trasmissione, io ho solo detto che di fronte alle 18 persone presidenti delle più importanti società biomediche italiane che hanno firmato un documento, dove davano dei dati, falsi o non falsi, non mi interessa, dicevano: adesso pubblicheremo altri dati. Per quanto riguarda l’amico Corbellini di cui ho espresso pubblicamente la massima stima, ha scritto un documento distruttivo nei confronti degli altri. Dicendo:: questi sono incompetenti. Io ho detto: rispettiamo quella opinione e tiriamo fuori altre opinioni come si fa in tutti i dibattiti scientifici. Io non ho fatto nessun riferimento anzi, siccome in trasmissione per due volte si è detto: ma allora mettiamo… Io ho detto: no, non voglio entrare del problema dei proibizionismi. Era una questione puramente di scienza. 


AndreaTrisciuoglio- Comprendo la questione puramente di scienza, non comprendo in questo momento dopo lo scambio di mail, che anche il nostro segretario Filomena Gallo conosce, dopo una guerra che stiamo conducendo io e l’amica Lucia Spiri, stiamo conducendo una battaglia con Serpelloni che ha firmato il documento statement. Noi abbiamo fatto anche un documento contro statement, di conseguenza ho detto: “possibile sentire l’autorevole scienziato?” Leggo l’email, vado a aprire il documento e leggo che l’autorevole scienziato si chiama Giovanni Serpelloni. Lo trovo strano, questo mi ha creato un po’ di difficoltà perché ho detto: possibile, il presidente della Associazione Luca Coscioni, anzi ex presidente, che mi dice di Serpelloni, ex presidente che stimo tantissimo. Però su Serpelloni non l’ho capita davvero, Strata. Comunque fra le varie persone che ho conosciuto in questo periodo, mi onoro di avere conosciuto Lucia Spiri. E’ la classica personificazione dell’utilizzo della canapa. La ragazza vive le sue giornate in sedia, si riesce ad alzare e non so se è poco, è un grandissimo beneficio che lei ci prova. Purtroppo i farmaci ufficiali, protocolli che ha dovuto seguire, l’hanno portata ad avere effetti collaterali terribili, su un effetto ci è seduta sù. Comunque Lucia Spiri è una persona che sta conducendo con me questa battaglia non solo versus Serpelloni, e queste mail.

 

Attualmente abbiamo scritto al Ministro degli Interni – per far comprendere alle forze dell’ordine che noi ci troviamo in situazioni paradossali ogni qualvolta utilizziamo il nostro farmaco al di fuori delle mura domestiche, se dovesse passare una volante di polizia, carabinieri o guardia di finanza ci fermano e si trovano straniti ogni qualvolta vedono un malato, una persona in sedia a rotelle, una persona di cui si può valutare la patologia perché ci sono tantissime patologie che non si capisce assolutamente nulla, però di queste persone  dobbiamo inevitabilmente dare noi le informazioni alle forze dell’ordine che neanche sanno che può esistere una possibile prescrizione per canapa. Devono essere forme ufficiali che devono dare una circolare informativa. Per tante cose noi portiamo il nostro corpo malato al cuore della politica.

Uno dei prossimi passi è quello della creazione dei cannabis socialclub, sono una realtà presente in tutta Europa, si tratta di coltivare collettivamente a uso terapeutico. Quello che sta facendo Rita, l’onorevole Bernardini, per due pazienti, probabilmente noi che abbiamo fatto iniziativa con lei? Probabilmente a altri pazienti? No. Non si sa a chi verranno date queste piante, non credo ai pazienti perché si deve cambiare prima questa legge, ci dovete aiutare tutti quanti voi, noi abbiamo trovato grande forza con i compagni, anche su facebook: per esempio ieri a Lecco sono venuti compagni facebook che neanche conoscevo, che avevo sentito che stavo a Lecco e sono venuti, oggi per fortuna ho trovato altri amici al congresso, dell’associazione. Io molto spesso in situazioni paradossali, ogni passi è quello della creazione dei cannabis concludo passando un attimo la parola all’amica lucia che saluta i lavori. – applausi -. 


Lucia– Buonasera a tutti, sono Lucia Spiri, ho 31 anni, nel 2000 mi è stata diagnosticata la sclerosi laterale, da lì ho iniziato con il bombardamento chimico di farmaci tipo interferone, miorilassanti, antidepressivi, immunodepressori. Tra questo bombardamento chimico c’è un farmaco che, come diceva Andrea, mi ha portata in sedia e mi ha dato dei tremori che non vanno più via. Dopo questo bombardamento chimico finalmente è arrivata la cannabis, grazie alla quale oggi mi trovo qui a Milano, grazie alla quale sono stata a Roma il 18 giugno con l’onorevole Rita Bernardini a piantare le piante insieme a Andrea, e mi chiedo: “ma allora, se non è andato ancora nessuno dall’onorevole, possiamo farlo tutti, il fatto di farci una pianta? Ogni ammalato può farlo senza subire il bombardamento chimico che ho subito io?” Non lo sappiamo. Intanto vediamo che tante persone finiscono in carcere ogni giorno e all’onorevole Rita Bernardini no, ancora… 


Andrea Trisciuoglio– a titolo informativo: prima faceva vedere il barattolo del farmaco, che è questo, Bedrocan. – 
Lucia Spiri – è quello che tanto viene criminalizzato, però a me dà tutti questi benefici, ho lasciato tutti i farmaci, non prendo più un farmaco, è la canapa che mi dà la forza di alzarmi dalla sedia, di fare due passi. C’è la speranza di potermi riprendere, quindi guardo al futuro con più ottimismo rispetto a quando non mi era stata riconosciuta la cannabis. Mi metto nei panni di quei pazienti che ancora non hanno ricevuto questo farmaco e mi rende una privilegiata rispetto ad altri. Qui entra in ballo la disinformazione dei medici che non sono molto informati sul farmaco, tendono a dare anche con farmaci convenzionali che, volente o nolente, danno questi effetti collaterali permanenti. Io con la cannabis sto bene, ho raggiunto il mio benessere.