Intervento del Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, al IX Congresso dell’Associazione

Cari tutti benvenuti al IX Congresso dell’Associazione Luca Coscioni.

Questo Congresso si tiene esattamente dieci anni dopo la nascita dell’ Associazione Luca Coscioni con Luca e con molti di voi.

E’ un congresso che si svolge  in un momento politico particolare, un momento d’ incertezza,  dove dobbiamo far contare quello che abbiamo fatto e il da farsi.

Dal corpo dei malati al cuore della politica, questo nostro essere, ci ha sempre distinti dalla partitocrazia italiana e oggi ci mette nelle condizioni di proporre le nostre proposte e le nostre battaglie nonviolente al di là dei confini nazionali.

Oggi assistiamo alla sistematica violazione della Costituzione, strage di legalità, perché l’inosservanza del diritto e l’avanzare del  proibizionismo  portano alla perdita di diritti e tutele.  

Giovedì, in conferenza stampa abbiamo presentato il congresso partendo da una analisi fatta dal  direttore del Centro di Ascolto di Informazione RadioTelevisiva, Gianni Betto; l’ analisi parte da 4 temi: fecondazione medicalmente assistita; cellule staminali- ricerca; testamento biologico; eutanasia.

Sono emersi dati specifici, chiari, che evidenziano come le uniche trasmissioni che su questi temi hanno fatto approfondimento, lo hanno fatto a seguito di casi, storie, ma per poco tempo, in uno spazio relegato breve e spesso trattando il tema unilateralmente.

Tutto ciò riflette il grado d’ importanza che si da a queste tematiche, che però appartengono alla vita quotidiana delle persone. Quelle persone che  esigono rispetto di diritti e libertà. E a proposito di diritti e libertà giovedì abbiamo lanciato una campagna sull’ eutanasia; i media ieri ne hanno parlato, qualcuno ci ha criticato, ma molti sono i messaggi di chi ha capito perché siamo costretti a ricorrere a tutto ciò.

Voglio ringraziare per questo Roberto Saviano che ieri attraverso Facebook ha riconosciuto nella nostra iniziativa, nell’iniziativa dell’associazione Luca Coscioni, una necessaria spinta verso un dibattito oscurato.

“La verità – scrive Saviano – è che in Italia su questi temi la politi casi è fermata, mentre le richieste di fine vita sono in aumento”. L’associazione Luca Coscioni riceve ogni giorno molte telefonate in cui vengono richieste informazioni per poter praticare eutanasia all’estero. “Comunque la si pensi –conclude Roberto Saviano – il dibattito su questi temi è fondamentale”.

Quando parliamo di eutanasia noi parliamo di libertà di scelta, una libertà che vale per tutti che oggi pero è negata a coloro che vorrebbero potervi ricorrere ma anche a coloro che non vorrebbero e vedono invece – soprattutto se malati terminali, se soli, se poveri- abbreviata la propria vita per difficoltà e a volte per mancanza di cure nelle strutture.

A tutti coloro che ci rivolgono sempre le stesse accuse, sia che parliamo di scelte di fine vita o che parliamo di accesso alle cure, ci accusano irresponsabilmente addirittura di nazismo, io restituisco al mittente le accuse perché sono loro i veri nazisti perché con le loro leggi vogliono negare ogni  libertà alle persone proprio come durante il nazismo.

Questi sedicenti difensori della vita dove sono quando noi ci battiamo concretamente perché quelle vite possano essere vite consapevoli  e per quanto possibile autonome fino all’ ultimo momento che si sceglie di vivere.

La scelta di Milano come sede congressuale richiama proprio il valore emblematico del rapporto tra le illegalità della Lombardia formigoniana e le politiche clericali espresse in particolar modo in materia di sanità e diritti.

Il dossier Formigoni è lungo molte pagine, ma per darvi una idea di quanto possa contaminare con il suo potere il normale divenire e dispiegamento dei nostri diritti con le persone che lavorano con noi abbiamo  reperito  quelle che ho definito le ‘dichiarazioni illegali’ di Formigoni:

  • Formigoni 1:

Il Caso Englaro – “la Corte di Cassazione introduce in Italia la condanna a morte. Da oggi la vita umana non è più adeguatamente tutelata nella patria del diritto. E’ soggetta ad arbitri. Si tratta di una sentenza inaccettabile” (…)in Italia si introduce l’eutanasia (…)”. (commentando il pronunciamento della Corte di Cassazione che consentiva di fatto l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione ad Eluana Englaro. Decisione che prima di me nel suo intervento il prof. Amedeo Santosuosso ha definito “10 righe di aria fresca”)

  • Formigoni 2:

Sull’ attuazione della Legge 194 – “I progressi delle tecniche di rianimazione, soprattutto nei centri all’avanguardia come la Mangiagalli di Milano, hanno anticipato temporalmente la possibilità di vita autonoma di un feto rispetto al 1978. Di qui la scelta di fissare alla 22esima settimana e 3 giorni il limite per l’interruzione della gravidanza terapeutica in caso di grave pericolo per la salute fisica o psichica della madre”( commentando l’atto di indirizzo per la attuazione della legge 22 maggio 1978 n. 194)

  • Formigoni 3:

Sulla Ru486 “Non è una medicina, non cura alcuna malattia, non aiuta la vita, la stronca sul nascere. Non è amichevole verso le donne. Per queste ragioni etiche siamo contrari alla sua introduzione in Italia” [appello da lui firmato contro l’introduzione in Italia della pillola Ru486]

  • Formigoni 4:

Sugli embrioni “Mi astengo, siamo tutti ex embrioni” (commentando i referendum sulla legge 40)

 

L’Associazione per tutti questi motivi, in un tempo di libertà negate,  in quest’ultimo anno, con un  programma di azioni che ad ogni Congresso con voi  rinnoviamo e teniamo presenti e mi riferisco alle mozioni del 2011, ha cercato di non sottrarsi in nessun punto dall’impegno preso, con tutte le difficoltà che voi ben conoscete: una politica volontariamente disattenta ai temi cosiddetti eticamente sensibili, quei temi strappati anche alla terminologia e al senso delle parole, che sono i diritti civili; una politica pronta solo a strumentalizzarli in campagna pre-elettorale senza conferir loro una sostanza riformatrice; la crisi economica che ha declassato quelle che sono vere questione sociali.

 

Abbiamo contrastato l’arretramento complessivo che abbiamo dovuto registrare sia nella legislazione sia nei comportamenti del Governo e dell’Amministrazione, battendo la via giudiziaria, ricorrendo ai tribunali, ai tribunali con rinvio alla stessa Corte Costituzionale, alla Corte europea dei diritti dell’ uomo e anche alla corte Inter americana dei diritti umani insieme al partito radicale.

 

Questa è la stessa strada che, all’inizio degli anni 70, scelse il partito radicale quando i suoi dirigenti per resistere alle strette della politica di regime in materia di diritti politici e civili, scelsero la disobbedienza civile, la difesa politica delle loro azioni nei palazzi di giustizia, anche il carcere. E lo fecero anche con il ricorso attivo alla giustizia in difesa e per l’affermazione delle loro proposte alternative, delle loro posizioni politiche, della loro stessa immagine.

Lo abbiamo fatto con altri avvocati radicali e con l’impegno e l’aiuto a volte di giuristi laici.

L’ho fatto personalmente mettendo la mia  attività professionale a disposizione della Associazione e delle mie responsabilità politiche, senza alcuna distinzione, nessuna soluzione di continuità tra la mia attività professionale e la mia responsabilità di Segretaria dell’Associazione.

Abbiamo difeso gli interessi, abbiamo fatto valere i diritti delle persone e delle coppie che  in scelte fondamentali della loro vita  si imbattevano in  assurdi divieti, in abominevoli imposizioni, in ostruzioni incredibili e inaccettabili.

Abbiamo registrato molti successi.

Ho annoverato fra questi successi anche la cosiddetta non decisione sulla legge 40 della Corte Costituzionale come e’ stata definita da molti, ma che di fatto per uno schema di procedura incidentale costituzionale che deve essere rispettato[1].

La Corte Costituzionale ha superato tutte le eccezioni formulate dall’avvocatura di Stato in difesa della Legge40. Ritengo che le motivazioni della remissione al giudice a quo anticipino  la decisione che avremo appena saranno pronte le ordinanze di remissione dei tribunali che includeranno una decisione che non era compresa nelle medesime nel 2010[2]. La decisione della Grande Camera Corte EDU, nel novembre 2011 confermava il divieto parziale di eterologa contenuto nella legge Austriaca, e invitava gli Stati membri a tener conto dell’evoluzione delle tecniche in vitro e al margine di apprezzamento di ogni Stato.

Questa sentenza era intervenuta quindi successivamente alle ordinanze di Firenze, Catania e Milano sul dubbio di costituzionalità sul divieto di eterologa, ma di fatto  rafforza i poteri interni per dichiarare incostituzionale il divieto di eterologa.

La stessa Corte Costituzionale, inoltre, ha confermato che l’eliminazione del divieto di eterologa è possibile[3].

Potrei a questo punto iniziare ad elencare una lunga serie di cose fatte e conquiste, anche piccole che in questo anno sono state realizzate dall’associazione a tutti i livelli.

Dal Parlamento fino alle Cellule che nel silenzio operano per conquistare anche nel paese più piccolo il registro del testamento biologico.

Voglio ricordare anche tanti militanti radicali e dell’ associazione che in questo momento non sono qui, ma impegnati a raggiungere le 50.000 firme per i referendum Roma si Muove.

Dove per altro tra gli otto referendum ce ne uno sul Testamento Biologico e uno sui servizi alla persona. Ma vorrei ricordare con voi Bruno Tescari, e’ il primo congresso che non e’ piu’ con noi.

Non vi elencherò  questa lunga serie di cose fatte, la conoscete.

 

C’ è una questione piu’ generale sullo sfondo: noi non possiamo infatti ignorare la situazione in cui ci troviamo che ci impone di organizzare la resistenza – di fronte a ciò che accade in Italia ma anche a ciò che vediamo svilupparsi in Europa –, come premessa necessaria per poter creare le condizioni di una controffensiva.

Noi amiamo dire che l’Italia non deve isolarsi dall’Europa. Quando lo diciamo guardiamo alle legislazioni laiche e liberali sulla fecondazione assistita in vigore in molti Stati europei, alle leggi di altri Stati sul riconoscimento delle coppie di fatto o a quelle che prevedono i matrimoni tra persone dello stesso sesso, a ciò che gli altri paesi prevedono mediamente in materia di testamento biologico e in particolare  a quei paesi che da tempo hanno messo in atto rigorose forme di legalizzazione della eutanasia.

Ma non dobbiamo però farci illusioni. Non è detto che come accadde negli anni ‘70 in gran parte per merito dell’azione dei radicali e di Loris Fortuna l’Europa, questa Europa arrivi in Italia. Può accadere che, come è già accaduto nel secolo scorso, i processi degenerativi della democrazia che si sviluppano in Italia si estendano all’Europa.

Marco Pannella non cessa mai di ammonirci su questo. Mi ha colpito che giovedì  nella nostra conferenza stampa  che abbia negato che ci troviamo  soltanto di fronte a una crisi della democrazia.Ci troviamo di già sicuramente in Italia ma molti segni ci dicono che qualcosa di simile stia accadendo anche in Europa e in America,  di fronte a un fenomeno diverso: la crisi di questa democrazia reale.

Ed ha evocato a questo proposito la fine degli stati del cosiddetto socialismo reale. Fu una crisi catastrofica al termine della quale abbiamo avuto Putin e non la democrazia. Abbiamo avuto Lukashenco e non la democrazia.

Abbiamo avuto l’arresto della Timoshenko, leader della rivoluzione arancione in Ucraina.

Quando l’assetto politico di un regime implode c’è da attendersi il peggio se il meglio non è stato preparato e voluto e si è fatto di tutto perché ciò non potesse accadere allontanando la riflessione sull’alternativa dalla riflessione collettiva della società e del paese.

Ritengo che questo congresso e’ l occasione per organizzare parte di questa resistenza.

Grazie per essere qui.

Grazie a tutti voi, grazie a Marco Gentili che con la sua famiglia ha fatto tanti km, a Tonina, a Alessandro, a Vincenza.

Buon congresso a tutti, anche a coloro che non possono essere qui ma ci sono, sono presenti e lo sappiamo, Severino, Andrea, Gustavo.

Ancora buon congresso.



[1]Decisione n. 150/2012 Corte Costituzionale:”…secondo la giurisprudenza costituzionale, deve essere ordinata la restituzione degli atti al giudice a quo, affinché questi proceda ad un rinnovato esame dei termini della questione, qualora all’ordinanza di rimessione sopravvenga una modificazione della norma costituzionale invocata come parametro di giudizio (tra le tante, ordinanze n. 14, n. 76, n. 96, n. 117, n. 165, n. 230 e n. 386 del 2002), ovvero della disposizione che integra il parametro costituzionale (per tutte, ordinanze n. 516 del 2002 e n. 216 del 2003), oppure qualora il quadro normativo subisca considerevoli modifiche, pur restando immutata la disposizione censurata (tra le tante, ordinanza n. 378 del 2008);”

[2] Decisione n. 150/2012 Corte Costituzionale:”…che, in particolare, in ordine a tali eccezioni, va anzitutto confermato che la legge n. 40 del 2004 costituisce la «prima legislazione organica relativa ad un delicato settore (…) che indubbiamente coinvolge una pluralità di rilevanti interessi costituzionali, i quali, nel loro complesso, postulano quanto meno un bilanciamento tra di essi che assicuri un livello minimo di tutela legislativa» e deve ritenersi «costituzionalmente necessaria» (sentenza n. 45 del 2005), ma, in parte qua, non ha contenuto costituzionalmente vincolato e questa Corte ha, infatti, dichiarato ammissibile la richiesta di referendum popolare per l’abrogazione, tra gli altri, dell’art. 4, comma 3, di detta legge, in quanto l’eventuale accoglimento della proposta referendaria non era «suscettibile di far venir meno un livello minimo di tutela costituzionalmente necessario, così da sottrarsi alla possibilità di abrogazione referendaria» (sentenza n. 49 del 2005);”

[3] Crt. Nota n. 2