Bus impossibili per i disabili condannato il Campidoglio

Il Messaggero – Cronaca di Roma
Elena Panarella

 Uno scivolo che non c’è, lo scalino del marciapiede troppo alto, strisce pedonali assenti. Ostacoli che non permettono di muoversi liberamente in città a chi ha una disabilità. Raggiungere le fermate dei bus poi è quasi impossibile. Per questi motivi il Campidoglio è stato condannato dal Tribunale  civile di Roma a pagare 5mila euro di risarcimento ad un cittadino costretto sulla sedia a rotelle. Per i giudici la presenza di barriere testimonia una “condotta discriminatoria” nei confronti dei disabili. 
Una sentenza che lo stesso sindaco Gianni Alemanno riconosce “importante e giusta”. 
In particolare la seconda sezione civile del Tribunale ha ordinato “al Comune di Roma, in persona del sindaco pro-tempore, la realizzazione entro 12 mesi, di un piano per la messa a norma dei marciapiedi  corrispondenti alle fermate di via Cernaia, passeggiata di Ripetta, Piazza Fiume, via Veneto, via dei Cerchi”. E ha disposto la pubblicazione della sentenza sulle pagine romane de Il Messaggero a spese dell’Amministrazione. 
Dopo due anni di guerra legale Gustavo Fraticelli, denunciante e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, è soddisfatto e fiero per quella che lui definisce una “storica vittoria. Nel nostro Paese non 
si bada al rispetto di una cosa davvero semplice: la legalità”. 
Costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, non riusciva a salire sugli autobus: “Per 33 anni ho lavorato in Alitalia ed ho sempre viaggiato – continua Fraticelli – Negli ultimi dieci anni sono sulla sedia a rotelle ma questo non ha fermato il mio amore per i luoghi lontani, l’ultima volta che sono stato a New York ho utilizzato gli autobus da solo per spostarmi, lì tutto è semplice. Ma soprattutto non ero l’unico. Invito 
invece tutti a fare questa riflessione: quante persone vedete in giro per Roma in carrozzina ad aspettare l’autobus?” “Nel 2008 chiedemmo per iscritto al sindaco quanti fossero gli autobus attrezzati per trasportare disabili e quanti usufruissero del servizio ogni anno aggiunge Fraticelli – Ci rispose che il 64% dei bus era attrezzato ma che nel 2007 solo 500 disabili avevano preso i mezzi pubblici. Ci siamo chiesti il perché e siamo arrivati, attraverso uno studio, a scoprire l’arcano: i marciapiedi dove stanno le fermate non hanno le pedane o ci sono ostacoli architettonici”. 
La sentenza rappresenta un precedente importante, pur se in primo grado, è immediatamente esecutiva e il Campidoglio dunque, se non si attiverà, commetterà un reato penale. Ieri, è stato illustrato  dall’associazione anche un filmato girato nel centro di Roma: su 460 fermate bus nel I Municipio, solo il 10 per cento risulta accessibile ai disabili. 
Mentre il 30 è totalmente inaccessibile, il 60 per cento invece poco o molto poco accessibili. 
E’ una sentenza clamorosa che apre la strada ad una nuova stagione per i diritti dei disabili e il miglioramento delle loro condizioni – spiega il segretario dei Radicali Italiani, Mario Staderini – Questo è  un insegnamento per il sindaco che invece di trattare problemi quotidiani si occupa di inutili beghe politiche”. Inoltre, conclude Staderini: “Denunceremo Alemanno alla Corte dei Conti per danni erariali. Perché dobbiamo pagare ora noi cittadini per le mancanze di quest’Amministrazione?” 
L’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni, sottolinea: “È tempo di riappropriarsi dei propri diritti la decisione del Tribunale che condanna il municipio capitolino per condotta discriminatoria  contro disabile sarà un precedente importante, perché ogni disabile potrà chiedere che sia rispettato il suo diritto alla libera circolazione a vivere senza barriere architettoniche. 
Parte dunque da Roma, in tutta Italia, una campagna di affermazione dei diritti delle persone con disabilità”. 
Il Pd parte all’attacco: “Un altro passo indietro della nostra città, l’ennesimo, frutto solo dell’incapacità della giunta Alemanno – dice il segretario romano, Marco Miccoli che anche in materia di politiche sociali in quattro anni ha collezionato fallimenti su fallimenti. 
La cosa più incredibile è il suo commento, che ammette placidamente che si tratta di una sentenza giusta. Ricordiamo al sindaco che il suo attuale mestiere è quello di amministrare la città e non di commentare sentenze che poi non rispetta. Un’amministrazione più seria e preparata avrebbe  saputo evitare questo nuovo schiaffo”.